Una delle più belle certezze della nostra MUSICA D'AUTORE.
Nel corso degli anni, ha saputo ritagliarsi uno spazio importante per le sue canzoni, narrando in modo molto personale le piccole grandi storie della quotidianità. Nostalgie, ricordi, speranze, rivelazioni e confessioni appena delineate, lampi d’allegria contagiosa e momenti di grande tenerezza popolano il mondo delle sue canzoni, simili a foto, illustrazioni e annotazioni in un diario della memoria che è sempre riuscito a fare breccia sia nell’immaginario che nella sensibilità del pubblico.
Nasce a Milano, il 31 MAGGIO 1953, in una famiglia ricca di stimoli culturali e musicali: la madre è giornalista e stimata poetessa, il padre ottimo chitarrista e noto autore e divulgatore della musica jazz. Nel 1965 forma con il fratello maggiore il suo primo gruppo rock.
Nel 1974 che con due grandi amici – Bruno Graceffa e Giorgio Porcaro – dà vita ai “Mormoranti”, un gruppo di cabaret in cui scrive testi e musiche e che, da subito, dalle prime esibizioni al “Derby” di Milano, riscuote grande successo. Esperienza fondamentale questa, e contributo rilevante nella sua formazione artistica, tanto che, sin dalla fine degli anni ’70, nella sua formula musicale è chiaramente percepibile l’influenza della sua passione per il cabaret, che ha segnato in maniera inconfondibile le sue prime esperienze.
La storia discografica di Fabio Concato inizia nel 1977, con la pubblicazione del primo album, “Storie di sempre”, che contiene “A Dean Martin”, scherzosa presa in giro del cantante americano che si fa apprezzare per la sua vena ironica e originale. L’anno successivo è la volta di “Svendita totale”, secondo album che prelude ad un cambio di etichetta – dalla Saar alla Philips – con cui nel 1979, Concato pubblica “Zio Tom”, album a cui collabora uno dei più bravi armonicisti al mondo, Thoots Thielemans.
Trascorrono tre anni prima che il cantautore milanese decida di ripresentarsi al pubblico, lo fa nel 1982 con un album intitolato semplicemente “Fabio Concato”. È un successo e il brano “Domenica bestiale” – ancora oggi tra i più programmati in radio – conquista e seduce il grande pubblico, diventando così la prima pietra miliare nella produzione musicale dell’artista. È l’avvio di una fase artistica molto fortunata, che prosegue nel 1984 con “Fabio Concato”, album che conquista il doppio disco di platino e rende popolari canzoni come “Guido piano”, “Rosalina”, “Sexy Tango”, “Ti ricordo ancora” e “Fiore di maggio”, veri punti di riferimento nella musica d’autore italiana.
Del 1985 la prima esperienza di scrittura con Vince Tempera per le musiche originali che diventeranno la colonna sonora del film “A me mi piace” di Enrico Montesano. Immediatamente dopo esce “Senza avvisare” (1986), disco d’oro già in prenotazione, che lo conferma tra i migliori della nostra musica d’autore. Nel 1988 Concato pubblica il singolo “051/222525”, un pezzo drammatico di straordinaria forza, i cui proventi, destinati a favore di “Telefono Azzurro”, servono a mantenere in vita il servizio, allora minacciato di chiusura. Nel 1990 esce un nuovo album, “Giannutri”, che Concato registra a Parigi sotto la guida di Phil Ramone (famoso produttore americano delle più grandi rockstar, da Paul McCartney a Billy Joel ed Elton John): un disco di caratura internazionale, ispirato alla bellissima isola del Tirreno. Ancora un grande successo sospinto da piccoli grandi capolavori come “Speriamo che piova” e “Gigi”. Lo stesso anno si cimenta con le canzoni dedicate ai bambini, scrivendo “L’Ocona sgangherona”, terza classificata alla 33° edizione dello Zecchino d’Oro. Una raccolta di successi datata 1991, “Punto e virgola”, separa “Giannutri” dal suo successore, l’album del 1992 “In viaggio”, nel quale sono pubblicate “Giulia”, “E’ festa” e l’intensa “Canzone di Laura” che Concato scrive con Pino Daniele.
Nel 1994, preceduta dall’uscita del singolo “Troppo vento”, esce la raccolta “Scomporre e ricomporre”, una rilettura dei brani ai quali l’artista milanese è maggiormente legato realizzata con nuovi arrangiamenti strumentali e vocali. A testimonianza del suo ricorrente interesse nei confronti dell’infanzia, nello stesso anno Fabio Concato scrive le musiche e presta la sua voce alla narrazione di una delle opere letterarie più conosciute al mondo, “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery, pubblicata dalla Polygram su un audiolibro curato dall’Editrice Pontaccio.
Il decimo album di studio, “Blu”, esce nel 1996, prodotto dal tastierista della PFM Flavio Premoli. Tra le canzoni: “O bella bionda”, “Ciao amore” e “Bella Italia”. Nel 1999 è la volta di “Fabio Concato”, un nuovo album di inediti con gli arrangiamenti di Maurizio Fabrizio. impreziosito dalla presenza di un duetto con Josè Feliciano, nel brano “M’innamoro davvero”.
Nel 2001 esce l’album “Ballando con Chet Baker” arrangiato da Pier Carlo Penta e da Bruno Zucchetti, in cui è pubblicato il brano “Ciao Ninìn” presentato al “Festival di Sanremo”, prima partecipazione di Fabio Concato alla kermesse. È del 2003 “Voilà”, il primo “Concato-live”, nel quale, oltre al bellissimo inedito brano omonimo, alcuni grandi successi vengono intensamente re-interpretati e impreziositi in duetti con Anna Oxa, Lucio Dalla, Samuele Bersani e Stefano Di Battista. L’anno successivo, scrive le musiche originali di “Patrizia”, un musical di Roberto Innocenti, tratto da un libretto di Arnoldo Foà. Nel 2006 Fabio incontra Claudio Dentes, tra i più noti produttori italiani (“Elio e le Storie Tese”, Carla Bruni e i Pitura Freska, sono alcuni degli artisti con cui ha lavorato) e decidono di rivisitare i successi di Concato e, contemporaneamente, di lavorare ad un nuovo progetto artistico.
A questo punto Fabio manifesta anche la volontà di tornare ad occuparsi di Telefono Azzurro. Dopo un incontro con il Professor Caffo (Presidente dell’Associazione Telefono Azzurro) nasce “Azzurro & Concato” (2007), la raccolta dei suoi brani di maggior successo arrangiati in una nuova veste, distribuito e venduto in edicola, in abbinamento al Magazine del Corriere della Sera, il cui ricavato è devoluto a sostegno dei progetti dell’associazione. Sempre nel 2007, partecipa per la seconda volta, raccogliendo ottime critiche ed un notevole successo di pubblico, al “Festival di Sanremo” con il brano “Oltre il giardino”, uno straordinario esempio di perfetto equilibrio tra la denuncia (la piaga sociale dell’espulsione dal mondo del lavoro dei cinquantenni) e la rabbia poetica per una prospettiva futura di speranza e ancora degna di esser vissuta. “Oltre il Giardino” è anche il titolo dato al cofanetto (doppio cd) in cui un’ampia selezione dei successi viene rivisitata e riletta in nuovi, coraggiosi e provocanti arrangiamenti, oltre ad un secondo inedito, “La ballata del mostro”.
Annunciato da due singoli, “Tutto qua” e “Un trenino nel petto”, il 20 MARZO 2012 Fabio Concato pubblica, a distanza di ben 11 anni dal precedente, un nuovo album di inediti “Tutto Qua”, scritto e realizzato nel tempo, con calma, dove la grande vena compositiva e narrativa è intatta e le nuove canzoni continuano a raccontare storie personali e, al tempo stesso, facilmente condivisibili con il grande pubblico.
Nel 2014, Fabio Concato partecipa all’album “Tandem” di Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello, interpretando la sua celebre “Gigi”, canzone dedicata al padre che gli ha aperto le porte anche del jazz, mondo che Fabio ha sempre infatti frequentato. Dopo quell’esperienza nasce “Canzoni”, uno spettacolo che il neo costituito trio ha portato per oltre un anno in tutta Italia e nel quale brani dal respiro eterno vengono vestiti di un abito nuovo, acquisendo di volta in volta un senso inedito.
Nel 2016, Fabio Concato, Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello pubblicano “Non smetto di ascoltarti”. La voce inconfondibile di Fabio Concato, insieme all’eleganza della tromba di Bosso e all’energia vitale dei tasti di Mazzariello, sono messe al servizio delle parole e delle melodie di grandi autori italiani. Dalla, Endrigo, Mogol, De Gregori e Concato stesso. Il jazz che scorre nelle vene dei tre artisti, ha fatto il resto.
Nel maggio 2017, per festeggiare i suoi 40 anni di musica, Fabio Concato avvia il connubio artistico con il pianista jazz Paolo Di Sabatino e il suo trio formato da Marco Siniscalco al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria, trasferendo di fatto in uno studio di registrazione la magia che si rinnova ad ogni live, in un nuovo CD “Gigi”, dedicato al padre che lo ha iniziato alla musica ascoltando dal jazz alla musica sudamericana.
Nel 2020, durante il periodo di quarantena, nasce «L’Umarell», omaggio alla sua Milano e a quei signori, perlopiù pensionati, che amano osservare gli operai al lavoro nei cantieri. «Ho una statuina di un umarell sul leggio della tastiera», racconta l’autore, «mi guarda mentre suono e un giorno mi è parso volesse chiedermi come mi stessi adoperando per questa emergenza e così è nata questa canzone», cantata in dialetto milanese come dedica speciale agli italiani e alla loro priorità di riemergere dopo la pandemia, nell’occasione viene insignito dell’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano e del Premio Montale Fuori di Casa.
Nel 2021 il brano «L’Umarell» viene inserito come bonus track, nel nuovo CD “Musico ambulante”, che accoglie in modo particolarmente suggestivo, parte del repertorio di Fabio Concato, interpretato solo voce e chitarra, suonata da Andrea Zuppini.
“L’Aggeggino” è il titolo del nuovo brano che Fabio ha dedicato ad un affetto molto speciale, la sua prima nipotina. In uscita nel settembre 2021 è una canzone delicata, in cui ritroviamo il Concato più intimo, quello capace di tradurre le emozioni più profonde. Spostandosi da una generazione all’altra, quasi a chiudere il cerchio, il cantautore torna a trattare quella sfera di sentimenti genitoriali che ha cosi poeticamente evocato negli anni.
1953/76
La formazione
1977/81
I primi album
1982/93
Il successo
1994/99
Non solo musica
2001/07
Il "Festival"
2012/21
La rinascita